martedì 10 aprile 2012

Registrare attraverso le immagini - L'iconografia

 Uno dei primi istinti artistici dell’uomo è sicuramente stato quello di disegnare, di riprodurre in qualche modo quello che vedeva in modo da fissarlo nel tempo.
Non importa quale fosse il supporto, una parete di roccia, un campo, del suolo terroso, un papiro, un foglio di carta oppure una tela. 
 L’importante era fissare un’idea o un’immagine.
Ma cos’è in fondo il disegno se non un modo di ricordarsi qualcosa, o meglio di registrare qualcosa?
 In effetti il ‘registrare’ è osservare, mandare a memoria, ma anche annotare e appuntare.
In sé la parola appunto non contiene niente di specifico. Noi quando ci appuntiamo qualcosa in genere scriviamo due righe alla veloce, ma in realtà nulla vieta ad un appunto di essere uno schizzo, un piccolo disegno o, perché no, una tabella piuttosto che uno schema.

Allora si può intendere come la stessa iconografia possa essere in un certo senso una parte dei documenti che si collegano al termine Registrare.
Qualsiasi tipo di iconografia, dalla più antica fino a quella odierna è da considerarsi compresa perché altro non è se non una registrazione di qualcosa.
A seconda poi del soggetto rappresentato e dell’epoca a cui la nostra immagine appartiene, è possibile individuare differenti obiettivi che l’uomo si è posto di raggiungere col proprio “lavoro grafico”.


 Si può partire con l’arte primitiva durante la quale l’uomo dipingeva pitture rupestri con lo scopo di propiziare la caccia, invocare la fertilità o conservare le anime degli esseri rappresentati.

(Ho trovato un interessante tour virtuale  di una delle più famose grotte contenenti pitture rupestri in Francia, la grotta di Lascaux)



 Come arte antica possiamo invece prendere d’esempio quella relativa al primo Cristianesimo, durante il quale le prime chiese, o meglio i primi luoghi di culto, spesso segreti, come le catacombe sotterranee, venivano affrescati con immagini sacre del Cristo, della Madonna o dei Santi, oppure con scene tratte dai libri del Testamento.
 Tutto questo genere di iconografia sacra aveva invece lo scopo di insegnare e indottrinare i fedeli avvicinandoli al culto, essendo questi spesso analfabeti.

 Questo discorso è in buona parte vero anche per l’arte medievale in cui le chiese si arricchiscono di vetrate e rosoni finemente decorati, che oltre ad apportare un deciso contributo estetico alle strutture architettoniche, riprendevano i principali temi della religione.
 Forse è proprio in questo periodo che l’iconografia assume anche un marcato sapore contemplativo, come arte da guardare, strumento che suscita sensazioni forti nell’osservatore.
 Sicuramente questo diventa il punto cardine dell’iconografia dal Rinascimento fino al Novecento, passando per il Barocco, il Settecento e l’Ottocento, dove l’arte dà la possibilità di esprimere sentimenti contrastanti nelle epoche più diverse (pensiamo per esempio all’esuberanza e ricchezza del Barocco e paragoniamolo alla malinconia, malessere, mal di vivere di alcune avanguardie del Novecento per esempio in Germania).

 
Assunzione della Vergine - Correggio                             Combats - Kirchner       

 Più che contemporanea, quasi ormai radicata in ognuno di noi è invece la pubblicità. Questa non è altro che una forma massificata di iconografia atta a catturare, annotare nella nostra testa in maniera ripetitiva e quasi violenta l’immagine di un determinato prodotto attraverso mezzi come slogan, musica e colori che attirino la nostra attenzione.
 Se vogliamo la pubblicità potrebbe essere considerata un processo di registrazione quasi involontario a cui siamo sottoposti.

(Video 1 di 8 del documentario "Storia della pubblicità")


Per chiudere questo infinito post, che non so quanti di voi riusciranno a leggere per intero, anche nell’iconografia dei francobolli e delle monete è forte la presenza del termine ‘registrare’.
Infatti al di là della loro vera funzione, essi custodiscono una versione alquanto “preziosa” nella sua originalità della storia dell’uomo.
La loro funzione non è solo quella di ricordare un evento, un personaggio oppure una ricorrenza. Essi infatti costituiscono un vero e proprio archivio-catalogo di noi stessi.

         


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